<Mamma,
cosa mi sta succedendo?
Non l'ho mai provato prima.
Non so più nuotare, in questo mare d'affetto, dove ci sono onde che mi sovrastano.
Risucchi, troppo forti, mi trascinano, sempre, verso lo stesso scoglio, su cui lui impera.
Madre,
sono qui che cerco, ancora, il tuo abbraccio, per ripulirmi da un tocco che mi ha scosso,
mosso ogni organo che, staticamente, soggiorna nel mio corpo.
Oh, mamma, ti chiedo solo di volermi ancora bene,
anche ora che la depravazione si sta impossessando di me.
Lui, stregone, con catene invisibili mi lega a sè
ed io nelle sue magiche grinfie vorrei morirci.
Forse, mi droga.
Sicuramente lo fa.
E' da un pò, ormai, che ho bisogno di lui...
o della sua droga.
Come se i sensi si accendessero, lo stomaco bruciasse e il cuore si sciogliesse.
Sarò, anche, allergica a lui o le sue membra sono composte da spilli.
Ogni volta che i nostri corpi si sfiorano, mi pungo e la pelle continua a pizzicarmi per un pò.
Mamma, corri qui, da me.
Ho paura ed è una paura piacevole.
Ho terrore di me, del piacere che provo impaurendomi.
Salvami, mamma.
Giurami che lui non mi farà del male.
Ho fatto un sogno, questa notte.
Sono certa che il mio subconscio volesse avvisarmi di restare in guardia,
scappare da lui.
Mi contorcevo nel mio letto.
Lui, era un vampiro che con le sue zanne mi mordeva il collo.
Mi vergogno, madre.
Questa notte mi formicolava tutto,
mentre lasciavo, nel sogno, lui, cibarsi di me.
Temo di non starci più con la testa e la sua presenza peggiora la mia malattia.
Basta il suo profumo per inebriare la mia mente, addormentando i neuroni.
E non rispondo più delle mie azioni.
Mamma, portami via di qua.
Piangerò andando via, piango già chiedendotelo.
Mi mancherà lui, uomo o bambino non l'ho ancora capito,
ma mio assassino.
Eretico mago che mi ha soggiogata,
sottomessa a lui, mi sento,
in una piacevole posizione di trionfo
mi allontanerò da ciò che più desidero,
senza mai voltarmi per non bagnarmi delle sue lacrime.
Mamma, mentre preparo la valigia,
c'è un'ultima cosa che vorrei dirti.
Ieri lui, quando indossava la maschera del fanciullo,
mi ha detto:
"Morirei per te."
Dobbiamo andarcene,
il più in fretta possibile,
io non voglio che muoia.>
<Figlia mia,
quel mare è un oceano chiamato amore.
Non devi aver paura, tu sei una sirena ed il tuo subconscio non ti metteva in guardia da lui, ma bensì ti incitava a tuffarti dal suo stesso scoglio, per nuotare insieme.
Io, sono sempre qui, in riva, a controllare che non ti allontani troppo
e ad aspettare che tu venga, per poi tornare a bagnarti,
a raccontarmi dell'acqua limpida e trasparente
o a lamentarti dell'acqua che ti ha bruciato gli occhi.>
MaLoRe