26 febbraio, 2012

Voglio brillare.



Colami in questa miscela di colori.

Intingimi nella porpora.

Voglio brillare se pur artificialmente.




MaLoRe

23 febbraio, 2012

Lettera ad un tossicodipendente....


Quella droga ti ha fottuto il cervello.


Ti ha ridotto, oggi, in un mostro che ragioni non ne vuole sentire e nemmeno dare, perchè, ormai, fare il giusto o dire la verità, non potrà mai essere appagante quanto quella sostanza.


Non ci sono più motivi per sorridere alla vita, senza lei, senza quella roba che ti rilassa.


Hai fatto un salto troppo lungo, da darti l'ebrezza del volo, finchè non ti sei schiantato sull'asfalto, dove, ora, giaci come morto, con gli organi spappolati che necessitano della loro medicina, del loro barbiturico.


Ti vedo tremare nelle convulsioni di un corpo dipendente dal suo male, ridotto all'autolesionismo ed eccoti cercare, disperatamente, il dolore capace di tacere la fame, errata, che possiedi.


Non c'è malanno peggiore dell'astinenza da una materia che non puoi, più, permetterti.


Dici che i soldi facciano la felicità, ma i tuoi neuroni, ormai, sono condizionati da un bisogno costoso, come un ricco caduto in rovina che vuole mantenere sempre lo stesso tenore di vita.


Hai svuotato case, tasche e cuori per ridurti ad uno stato d'incoscienza, pericolosamente vicino e dipendente dalla morte.


Scambi per vita, il tuo addormentare i sensi, volare su nuove dimensioni e correre veloce verso la tua fine.


Ora, non ti importa più la data della tua morte se, fino ad allora, a susseguirsi saranno, solo, giorni nervosi, vissuti nella speranza che un diavolo mascherato da angelo ti dia ciò di cui hai bisogno.


Finirai per uccidere te stesso e suicidare chi ti circonda.
Si, ormai, non ti riconosci più e non vedi le alterazioni relazionali che subisci.
Per te sono gli altri, i tuoi assassini e i propri assassini.


Stai affogando nell'alcol dei tuoi idoli e nella merda dei tuoi ideali, pregando un dio che, ogni sera, ti consuma, conducendoti alla morte, prima che tu capisca la sua vera identità.


Soggiorni in un corpo obsoleto che pare una mostra vintage o un monumento punk:
strappi, buchi, toppe e colori sbiaditi è il tuo corpo, anche incarnazione della pazzia, da quando ti sei venduto alla sostanza, causa dei tuoi molteplici errori.


Stai camminando sulla strada sbagliata, sull'argine di un burrone senza fondo, in un deserto privo di oasi e abbondante di miraggi. 


Di desiderio struggente sei composto, darti o meno la tua droga ti porterà lo stesso alla morte.

Non c'è pace per un corpo e una mente raggirata e tu, ragazzo troppo vecchio per i tuoi coetanei, stai già scavando la fossa in cui giacerai.



L'amore svanisce difronte alle catene della tua droga.
Il tuo cuore è fatto per metà di muscolo e per metà di quella roba che butti giù.
I tuoi sentimenti non sono più sinceri.


Ti vedo rubare, frugare freneticamente nelle gioie altrui con il, fastidioso alle tue orecchie, sottofondo delle mie parole, che no, non puoi, non riesci, ad ascoltare.
Lo so, ragazzo, hai il tuo tormento da placare. 


MaLoRe

14 febbraio, 2012

Le favole sono, forse, metafore.



"Serve carburante a questo corpo per andare avanti" 
disse qualcuno e presto qualcun'altro giunse con del cibo.

Il corpo si nutrì, si mosse, due passi e ricadde su se stesso.

"Portate altro tipo di carburante" 
si sentì ordinare, come se non si sapesse se quella macchina andasse a metano o diesel.

Arrivò dell'acqua. 
Il corpo di dissetò, pronunciò qualche parola e ricadde nel suo silenzio.


Una donna, nella folla, alla folla, disse: 
"Pensate ad una macchina, a cui voi mettete olio e acqua, ma non carburante.
Quella macchina non camminerà mai.
Voi avete dato olio e acqua a questa macchina umana, ma non il carburante."

"Qual è il carburante, allora?" 
la gente domandava.

"La felicità... 
e non c'è felicità migliore dell'amore" rispose la donna "le favole sono, forse, metafore. 
Questo corpo dormirà ancora, fin quando il suo principe lo bacerà."



MaLoRe


07 febbraio, 2012

Neve.




Ondeggiano nel cielo fiocchi di neve,
colorandosi delle luci della città,
come pezzi di nuvole che cadono giù,
mascherandosi d'arlecchino.

Il grigio del cemento,
questa sera, è avvolto 
in un soffice manto candido.

Piccoli e delicati batuffoli,
forse, zucchero filato,
ricoprono ogni amarezza
della tetra quotidianità. 

Chissà se qualcuno, oltre me,
è indeciso tra farfalla o angelo,
lasciandosi cadere 
sulla distesa immacolata.

Volano, verso di noi,
le carezze di questo cielo pallido,
sotto il quale siamo ancora bambini.

Soffia un vento fresco,
posando petali eterei 
sulle nostre chiome.

Oggi, sento che
posso credere nella magia
e vedo, la regina delle nevi,
intrecciare, amorevolmente,
i miei capelli con perle celestiali.

Se guardate attentamente le stelle,
scorgerete una fatina scuotersi,
regalandoci questa pioggia
di polvere miracolosa.

Durante la notte,
per chi vuol essere audace,
dalla finestra aperta
qualcuno, simile ad un Peter Pan,
verrà a prendervi per farvi volare
e, domani mattina,
sarà il sogno più dolce che ricorderete.

Un paesaggio idilliaco
è quello che l'uomo delle nevi
disegna per noi.

Oggi,
ci muoviamo in un mondo,
disegnato disarmato,
dove vergini e bambini
pattinano felici 
su laghi cristallizzati.

Ma domani,
quando l'opera sarà terminata
e l'autore, ci proteggerà, 
orgoglioso, in una cornice,
il nostro calore scioglierà i colori
ed i nostri respiri appanneranno il vetro,
così che nostro padre non saprà vederci per restaurare.

Resterà solo il ricordo,
finchè nuova porpora bianca sarà spruzzata su noi,
dell'innocenza del bimbo
che scrive "viva la neve",
ignaro che tutto ciò è detersivo con cui,
chi ci ha creato, ci pulisce, ogni tanto,
dallo sporco di cui ci macchiamo.



MaLoRe

04 febbraio, 2012

Siamo quelli...


Siamo quelli
dai sogni irrealizzabili,
che ogni sera si perdono nell'alcol,
perchè, solo così,
si sentono più vicini alla meta.

Siamo quelli
dai pessimi ideali,
che ogni sera vengono esiliati,
perchè, solo così,
si sentono vivi.

Siamo quelli
dai soldi rubati,
che ogni sera sperperano il denaro,
perchè, solo così,
si sentono ricchi.

Siamo quelli
dagli amori impossibili,
che ogni sera vanno ad amanti,
perchè, solo così,
si sentono amati.

Siamo quelli
dalla droga legale,
che ogni sera fumano,
perchè, solo così,
si sentono bravi.

Siamo quelli
dagli amici saltuari,
che ogni sera si presentano,
perchè, solo così,
si sentono sociali.

Siamo quelli
dalla famiglia in disaccordo,
che ogni sera scappano,
perchè, solo così,
si sentono bene.


Siamo quelli
e non siamo mai noi.



MaLoRe

01 febbraio, 2012

Mamma, affogo nell'amore.

<Mamma,
cosa mi sta succedendo?
Non l'ho mai provato prima.

Non so più nuotare, in questo mare d'affetto, dove ci sono onde che mi sovrastano.
Risucchi, troppo forti, mi trascinano, sempre, verso lo stesso scoglio, su cui lui impera.

Madre,
sono qui che cerco, ancora, il tuo abbraccio, per ripulirmi da un tocco che mi ha scosso,
mosso ogni organo che, staticamente, soggiorna nel mio corpo.

Oh, mamma, ti chiedo solo di volermi ancora bene
anche ora che la depravazione si sta impossessando di me.

Lui, stregone, con catene invisibili mi lega a sè
ed io nelle sue magiche grinfie vorrei morirci.

Forse, mi droga.
Sicuramente lo fa.
E' da un pò, ormai, che ho bisogno di lui... 
o della sua droga.

Come se i sensi si accendessero, lo stomaco bruciasse e il cuore si sciogliesse.
Sarò, anche, allergica a lui o le sue membra sono composte da spilli.

Ogni volta che i nostri corpi si sfiorano, mi pungo e la pelle continua a pizzicarmi per un pò.

Mamma, corri qui, da me.
Ho paura ed è una paura piacevole.

Ho terrore di me, del piacere che provo impaurendomi.

Salvami, mamma.
Giurami che lui non mi farà del male.

Ho fatto un sogno, questa notte.
Sono certa che il mio subconscio volesse avvisarmi di restare in guardia, 
scappare da lui.

Mi contorcevo nel mio letto.
Lui, era un vampiro che con le sue zanne mi mordeva il collo.

Mi vergogno, madre.
Questa notte mi formicolava tutto, 
mentre lasciavo, nel sogno, lui, cibarsi di me.

Temo di non starci più con la testa e la sua presenza peggiora la mia malattia.
Basta il suo profumo per inebriare la mia mente, addormentando i neuroni.
E non rispondo più delle mie azioni.

Mamma, portami via di qua.
Piangerò andando via, piango già chiedendotelo.
Mi mancherà lui, uomo o bambino non l'ho ancora capito,
ma mio assassino.

Eretico mago che mi ha soggiogata,
sottomessa a lui, mi sento,
in una piacevole posizione di trionfo 
mi allontanerò da ciò che più desidero,
senza mai voltarmi per non bagnarmi delle sue lacrime.

Mamma, mentre preparo la valigia,
c'è un'ultima cosa che vorrei dirti.

Ieri lui, quando indossava la maschera del fanciullo,
mi ha detto: 
"Morirei per te."

Dobbiamo andarcene,
il più in fretta possibile,
io non voglio che muoia.>




<Figlia mia,
quel mare è un oceano chiamato amore.

Non devi aver paura, tu sei una sirena ed il tuo subconscio non ti metteva in guardia da lui, ma bensì ti incitava a tuffarti dal suo stesso scoglio, per nuotare insieme.

Io, sono sempre qui, in riva, a controllare che non ti allontani troppo 
e ad aspettare che tu venga, per poi tornare a bagnarti, 
a raccontarmi dell'acqua limpida e trasparente
o a lamentarti dell'acqua che ti ha bruciato gli occhi.>



MaLoRe