13 novembre, 2013

Inoccupata ed inedita.


Sarebbe stato più semplice domandarle cosa non facesse nelle vita, così lei avrebbe risposto, uno svelto ed esauriente, tutto.

Ma la gente continuava a porle la domanda opposta e lei puntualmente elencava:
"faccio la figlia, la sorella, la fidanzata, l'amica, la nemica, la nipote, la conoscente... e se avanza tempo, anche, la disoccupata."

In realtà lei era un'artista, era sempre a lavoro, perchè un'artista non va mai in vacanza o in pausa e non è nemmeno roba da poco: 
"non è semplice lavorare senza riconoscimenti, senza ricompense. E' difficile essere inediti." sosteneva lei.

Che stesse meglio di altre era una faccenda abbastanza discutibile, del resto le sue giornate le trascorreva scappando da quella domanda o sorbendosi la predica derivante dalla risposta, però elargiva sorrisi alla pari o superiori alle altre ed è questo che fregava la gente.

Un pò per questo, forse, continuavano tutti a sfilarle davanti con un libretto universitario o con un contratto discutibile,le telefonavano se non potevano partecipare alla sfilata.

O forse no, forse era solo questione di sadismo e soddisfazione personale e lei sapeva bene che era a quel punto della vita in cui non esistono più complici, ma solo concorrenti e pareva non importarle più di tanto, come se l'arte la soddisfacesse.

Ma pareva soltanto. 
Diceva che si guadagnava di più ad essere disoccupati che artisti e lei, per lo Stato, era inoccupata. 


MaLoRe