23 maggio, 2012

Schhh...


Non è che non mi piace il genere umano, anzi 
come essere pensante lo ammiro, 
il problema sta, nel fatto, che è anche un essere parlante.


Datemi un neonato che piange giorno e notte,
ma non un adulto che ordina e accusa.

Poche parole o, forse, nessuna:
c'è già il silenzio a far chiasso.

O io sorda, o tu muta:
si tratta solo di sopravvivenza.

Meglio le meretrici 
con le loro bocche occupate,
con la lingua impegnata a dar piacere,
rispetto ai falsi moralisti
con le loro bocche giudici
e la lingua armata per ferire.


Ora,
zitti tutti.

Parte il gioco del silenzio.



MaLoRe




20 maggio, 2012

Altre Mille volte al Limite.

-Perchè per guidare metti il rossetto?-
- Secondo te come riesco ad avere, sempre, la precedenza?- 






-I vostri nomi, grazie.-
-Ludmilla e Camilla.-
L'uomo in cravatta fa scorrere una biro lungo la lista.
La biro scorre nevroticamente: qualcosa non va'.
-No, signorine...- dice, alzando il capo -...è un vero dispiacere...- si allenta il nodo alla cravatta -...i vostri nomi non sono segnati da alcuna parte...- suda.
-Sono certa che ci sia un errore, lasci che controlli io.- Lunghe e affusolate dita impugnano la biro dell'uomo in cravatta e sulla sua lista scrivono:
"Le Mille "
-Eccoci.- Esclama Ludmilla lasciando cadere la penna sulla lista e alzando il cordone rosso per entrare.
-Benvenute al Limite.- sbeffeggia Camilla, riabbassando il cordone rosso.




Nessuno lo sapeva, ma quella non sarebbe stata la solita serata.

Al Limite ci sarebbero state ragazze da Mille.

Sfrecciava la Spider rossa, gareggiando con la morte, sicura di arrivare prima.

La  meta era il Limite.


Non so, se la musica si fermò davvero, ma quando dall'ingresso si affacciarono quelle ragazze, sembrò paralizzarsi tutto il Limite. 

Da quel momento il Limite diventarono loro. 

Le altre donne sparirono, c'erano loro due che valevano per Mille.

Il Limite da raggiungere, quella sera, era Mille.

Troppi uomini cercano di raggiungere quel Limite, ma le Mille erano una coppia.

E le Mille superavano il Limite.


Pericolosamente, scendevano lungo il palo, mentre i loro vestiti si alzavano piano.
Sul cubo, le loro bocche, si avvicinavano e allontanavano, sparendo in una nube di fumo.
Scartavano caramelle chimiche, bevevano succhi alcolici: eccitavano.

Le donne le imitavano, gli uomini le desideravano e il caos si scatenava.
Le Mille, al centro della pista, si spogliavano, mostrando il corpo nudo, sotto un velo di pizzo.
L'eccitazione aveva reso il locale un bordello, le droghe lo avevano reso un ospedale ed entrambe le cose lo avevano trasformato in un ring di pugilato.

Qualcuno, finalmente, chiamò le forze dell'ordine, oltre che le ambulanze e, forse, lo stesso qualcuno, aiutò Ludmilla e Camilla a scappare, in cambio di un'adeguata ricompensa.

-Ti faremo vedere il paradiso, prima ancora di morire...- ammiccarono le Mille.


Sfrecciava la Spider rossa, oltre il Limite.

La meta era Limite.

Sul sedile posteriore le Mille ringraziavano qualcuno, ma la Spider rossa sfrecciava ancora.

La gara era finita e alla guida, ora, c'era la morte.




MaLoRe

03 maggio, 2012

Fame.

[...]

Aveva un cuore di qualche taglia più piccolo dell'amore. Quello che avanzava lo riciclava sotto le lenzuola.

Sembrava non saper gestire i sentimenti:
viste le carezze, dolorose come sberle e i baci, pungenti come pizzichi,
che vendeva ad un prezzo salato... di lacrime.

Aveva scelto di barattarsi per saziare quella fame di felicità.

[...]

MaLoRe