30 ottobre, 2011

Le lacrime cesseranno il fuoco.



Reciti la donna fredda,

ma dietro le quinte scotti più del fuoco ardente.


Combatti per salvaguardare il tuo ego,
ma ne esci sempre sconfitta.


Ti ricopri delle tue freddi vesti
per continuare quella pantomima 
che non convince nessuno,

ma ingenua come sei
perseveri con il tuo copione.


Terminata la commedia
confessi al tuo diario:




"LE LACRIME CESSERANNO IL FUOCO".




MaLoRe

29 ottobre, 2011

Cosa c'è?



C'è che non sono più capace di distinguere

gli angeli dai demoni,

o sono tutti demoni questi qua.


MaLoRe

27 ottobre, 2011

Rompiamo la quiete della notte.



E poi ci sono quelle sere
belle da morire,
in cui, proprio, non vuoi smettere.

Canti finchè hai fiato,
balli finchè hai forza.

Ridi
che le gengive paiono oltrepassare le labbra.

I pori dilatati
spruzzano adrenalina.

Quelle sere 
il cui fine è sconvolgere,
farsi ricordare
e  non per la bellezza,
ma per la grinta.

Spingi il piede sull'acceleratore,
non sei in ritardo,
ma hai fretta di divertirti.

Viaggi alla velocità con cui il tuo cuore
pompa sangue,
ascolti musica al volume
dei tuoi pensieri.

Oggi no,
non è la notte degli insicuri.

Oggi si,
rompiamo la quiete della notte.



MaLoRe

26 ottobre, 2011

La sigaretta si consuma per me.



Fumo perchè mi dà la carica.




Mi fa compagnia quando non so cosa fare,
mi tranquillizza quando sono nervosa,
mi aiuta a digerire quando sono troppo piena.

Fumo perchè la sigaretta si consuma per me.

E' un atroce, ma meraviglioso vizio che non potrei mai sostituire.

Il fumo mi provoca un orgasmo
e non conosco nulla, 
oltre il sesso,
capace di questo.

Il sesso mi renderebbe 
meno apprezzabile:

meno corretta moralmente,
meno accettabile socialmente.

Quindi

opto per la sigaretta.


MaLoRe

25 ottobre, 2011

TU.




Ti regalerei i miei giochi di lingua,
anche se dopo odoreresti di erba,
ma tu mi provochi:

muovi il bacino, 
come se volessi percorrere
il perimetro della terra.






MaLoRe

23 ottobre, 2011

Questa notte voleremo con il sapore della vita sulla pelle.





Conosco quello di cui hai bisogno.

Vuoi sentire la vita sulla pelle,
smettere di sorridere,
iniziare a ridere.

La notte è lunga per imparare a volare.

Oggi impari,
domani insegni,
dopodomani ci incontriamo in volo.

Magari a rubar luce alle stelle.

Inizieremo così,
per poi brillare anche noi.

Voleremo più in alto degli aquiloni,
di qualsiasi stormo
e ci batteremo con le aquile
per il trono dei cieli.

La notte è nostra.

Noi siamo nessuno,
migliaia di nessuno 
che per la notte diventano qualcuno.






MaLoRe

22 ottobre, 2011

Per un attimo come una perla.


Una conchiglia 
che custodisce gelosa
la sua malattia:

la sua perla.


Ti chiudevi così 
sopra di me.

 Per un attimo
ho creduto d'essere preziosa
e non un tuo difetto.


MaLoRe

21 ottobre, 2011

Soli in mezzo alla gente.




Si è soli in campo di battaglia,
egoisticamente protettivi verso la propria vita.

Si è soli fuori dal campo di battaglia,
egoisticamente protettivi nei confronti della propria vita.

Si è soli sempre.

Soli in mezzo alla gente.

Sempre circondati da egoisti.

Per i più sociali:

sempre circondati da egoisti e da ipocriti.





MaLoRe

17 ottobre, 2011

Trascorrerei ogni attimo della mia esistenza 
con una penna in mano,
senza, però,
sentirmi costretta 
a realizzare della roba commerciale.

Quella roba che spegne 
il desiderio dei cantautori.

Quella roba
priva di emozioni e piena di superstizioni.

 E' legge, per noi scrittori,
ricercare un pubblico con i coglioni.




MaLoRe

15 ottobre, 2011

Tutti dicono che la droga uccide, ma pochi sanno che la gente vuole morire.



Spett.le Signor XXX,
ho trovato casualmente il suo indirizzo fra la mia posta elettronica e anche se il buon senso mi costringerebbe alle presentazioni, l'istinto mi porta a dedicarle i miei "sprechi d'inchiostro".


Con la droga si perde sempre,
ma per molti l'importante è partecipare.



<Ciao,

non so ancora tu chi sia, perchè non ho ancora scelto il destinatario della mia epistole.

Non potendo porgere alcuna domanda ad un destinatario inesistente, ti racconterò delle mie elucubrazioni mentali.

Oggi, come non mai, mi sono svegliata con un'acquolina di marijuana che non ho ancor soddisfatto, ma le narici mi prudono lo stesso.
La cocaina le avrà graffiate, perchè delle gocce di sangue sono cadute sulla polvere bianca.

Ho paura tu possa confondermi con una tossicodipendente, quindi mi conviene specificarti che la droga per me non è un vizio, bensì un piacere.
L'unico orgasmo che riesco a raggiungere restando vestita.

Io disincentivo le persone dall'utilizzo di certe sostanze, però, purtroppo, la mia mente psicolabile mi porta a godere infilandomi un ago nelle vene.
C'è qualcosa di questa pratica che mi eccita, che mi porta all'emblema dell'adrenalina.

Dicono che noi drogati scarseggiamo di autostima, eppure io pecco di narcisismo.
Tendo a desiderarmi come fossi un uomo quando mi specchio.

Mi domando perchè ti stia descrivendo il mio lato malato, la mia psiche autolesionista, i miei perversi desideri, ma dato che ormai lo sto già facendo, ti nomino anche l'anoressia.

La mia anoressia è causata dal troppo amore nei miei confronti ed io amo vedere le ossa sporgere sotto la sottile pelle pallida... amo anche il rossetto sbavato.

Io sono una ragazza molto giovane, non è di buon occhio che un'adolescente della mia età parli di droga, malattia e sesso, pur essendo per me gli argomenti più intriganti, ma ho già detto di non essere tanto apposto con la testa.

Non sono pazza, o almeno non ancora una pazza dichiarata, questo comunque non toglie che ci possa andare vicino.

Ti darei ragione, mio destinatario, se mentre leggi ti spaventi o preoccupi per me.
Ti darei ragione, mio destinatario, se mentre leggi la tua mano scorra la rubrica in cerca di un analista.

Ma fermati un attimo:
ti spaventi e cerchi l'analista per me, che sono cosciente di quel che scrivo, o per te, che non credi a quel che leggi?

Non voglio ostinarmi a mandare fuori uso i tuoi neuroni, io la mia confessione l'ho fatta ed ora posso continuare il mio cammino verso la Morte.

Sì, io non la definisco vita, è troppo scontato, per me è un viaggio funebre, giunti a destinazione il nostro premio sarà una manciata di terra sul volto.>





Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o persone realmente esistite è puramente casuale.



MaLoRe

13 ottobre, 2011

L'anticonformismo ti salva dalle gerarchie.




<La filosofia e la psicologia nel mondo del lavoro non servono. Voglio numeri, spiegazioni scientifiche!>
Sbraitò lasciando cadere svogliatamente e con violenza i fascicoli sulla sua scrivania.

Il rumore assordante mi fece indietreggiare, ma provai a difendermi:
<Vede... io... ho provato ad immedesimarmi nel nostro lettore... e credo che un pò di emotivi..>

<Lei è una fallita! Non le ho chiesto di immedesimarsi. Lei crede che questa pantomima possa farle raggiungere la fama e il successo? Ha mai contato quanti scalini deve salire per arrivare alla sua meta? Ah, già... certo che no, che domande, lei non ha ancora imparato che il mondo gira intorno ai numeri!>

<Ma io... veramente... volevo solo...> e le parole si soffocarono. 
Sarei potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro, mi sentivo spaesata, indifesa, privata delle mie ambizioni e catapultata nella triste e tetra realtà: "solo numeri, niente emozioni."

<La esorto a compilare le sue dimissioni... da oggi lei è di nuovo a terra>.
Ero a terra, giù dalla scala della realizzazione e con troppi scalini davanti per raggiungere la mia ambizione.




Sedevo nel pianerottolo freddo e vuoto e mi accingevo a compilare quelle carte. 
Quelle che non mi avrebbero più nemmeno permesso di sedere sul pianerottolo.

Dinanzi a me solo uno straccio e un secchio.
Ma quando si è soli, emarginati ai ranghi più infimi, tutto può accendere un barlume di speranza.
Fu lì che decisi di rendere il mio pianerottolo solo mio, di dargli il mio profumo, di renderlo una dimora accogliente e su misura per me.
Sarei restata per sempre lì, sul pianerottolo come una portinaia, a salutare la gente che entrava per superarmi, per salire quelle scale.
Certo, queste "visite" improvvise e umilianti prima o poi mi avrebbero stufata, come del resto i rumori dei piani superiori, ma mi sarei consolata presto, non appena avrei capito che quelle visite e quei rumori sarebbero stati l'unico modo per non sentirmi sola.

Dopotutto anche lui, colui che mi ha sconfinata nel pianerottolo con le dimissioni, è solo, anche se al piano più alto. Talmente in alto che rischia una denuncia dagli angeli per intromissione in luogo privato e una denuncia dai piani inferiori, stanchi di udire i suoi movimenti.

Ma la scala non è abitata solo da noi, dai due estremi... ci sono anche loro, la maggioranza, coloro dei piani medi, quelli  che si accontentano, che non mirano al meglio, ma scansano il peggio.
Loro, le vie di mezzo, quelle che hanno bisogno di conformarsi ad un gruppo per sentirsi forti e sicuri...




<Allora? Le pare adesso il momento di sognare? Nella sua vita da fallita, da emarginata ne avrà di tempo per farlo...> mi scosse.

Lo guardai ancora intontita, porgendo le mie dimissioni.

<Emarginata? Emarginata da chi? Io da oggi vivo in una villa senza scale e coinquilini... voi continuate a contendervi quegli stupidi piani alti!> 



Lui restò con l'espressione dello smarrito, dell'emarginato, catapultato nella triste e tetra realtà: "Ha vinto lei."




MaLoRe

12 ottobre, 2011

Donna baffuta, sempre piaciuta... Donna pelosa, molto gustosa!







Lei. Miss B.


Tutte le donne avrebbero dovuto imparare da lei la femminilità.
La raffinatezza è un pregio di poche e lei lo possedeva.


L'eleganza dei suoi movimenti,
la dolcezza del suo sguardo,
il morbido tatto,
il nasino più piccolo e aggraziato che avessi mai visto...
una donna.


Si, non era semplicemente una femmina, 
lei era una donna,
e, nemmeno una donna qualunque,
ma la mia donna.


Ha lasciato la sua impronta sul mio cuore
e non c'è giorno in cui non la pensi.


Ancora oggi 
mi stringo nel letto per farle spazio,
chiudo gli occhi sperando al mio risveglio
di trovare la sua testolina sul mio cuscino.







Oh, Miss B..






MaLoRe

09 ottobre, 2011

Sono nato sbagliato. A me non interessa più. [Cit. J-Ax]




Figli si nasce, genitori si diventa.
Bravi genitori si diventa, bravi figli si nasce.

Quale colpa si ha se il fato marchia con il gene del cattivo figlio?

Pensate a quei figli incolpati di mandare in cancrena i cuori dei genitori, 
quei figli che pare siano stati preimpostati per deludere e ferire,
quei figli marci, da una vita ammuffita e dagli idoli sbagliati...

Figli da portare al macero, 
Le pari opportunità portano ai pari rischi:
è così che nascono le cattive figlie.
figli dalle conseguenze collaterali,
ma pur sempre figli.

Pensate a loro:
vittime del proprio male, 
divorati dai sensi di colpa...
e incapaci di essere diversi.

Ora,

pensate alle loro mamme:
donne capaci di vedere 
sotto la maschera del proprio assassino,
il volto del loro bambino smarrito.


Le mamme,
le uniche capaci di ascoltare le buone intenzioni del cuore,
anche quando la mente ne ha solo di cattive.


MaLoRe

05 ottobre, 2011

We are dolls.

La vita è il teatro. 
Noi siamo i burattini.
Il destino è il giostraio. 

Un burattino fermo dietro le quinte è un burattino inutile:
il pubblico non lo conosce e il burattinaio non lo giostra.

Un burattino che si esibisce per una sola persona è un burattino inutile:
sia il pubblico che il burattinaio lo considerano uno spreco.


Burattino,
sali sul palcoscenico, 
esibisciti o ridicolizzati,

sarà sempre meglio di essere inutile e fare la fine degli inutili.










MaLoRe

01 ottobre, 2011

Possiamo nascere due volte... se riusciamo.



Nascere è faticoso:

... rompere le acque...
... spingersi fuori dal grembo materno...
... respirare per la prima volta...
... aprire gli occhi e vedere la luce...

è faticoso nascere.

Figuratevi rinascere:

... rifare tutto ciò, sapendo già che il premio non vale questa fatica.



MaLoRe