13 ottobre, 2011

L'anticonformismo ti salva dalle gerarchie.




<La filosofia e la psicologia nel mondo del lavoro non servono. Voglio numeri, spiegazioni scientifiche!>
Sbraitò lasciando cadere svogliatamente e con violenza i fascicoli sulla sua scrivania.

Il rumore assordante mi fece indietreggiare, ma provai a difendermi:
<Vede... io... ho provato ad immedesimarmi nel nostro lettore... e credo che un pò di emotivi..>

<Lei è una fallita! Non le ho chiesto di immedesimarsi. Lei crede che questa pantomima possa farle raggiungere la fama e il successo? Ha mai contato quanti scalini deve salire per arrivare alla sua meta? Ah, già... certo che no, che domande, lei non ha ancora imparato che il mondo gira intorno ai numeri!>

<Ma io... veramente... volevo solo...> e le parole si soffocarono. 
Sarei potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro, mi sentivo spaesata, indifesa, privata delle mie ambizioni e catapultata nella triste e tetra realtà: "solo numeri, niente emozioni."

<La esorto a compilare le sue dimissioni... da oggi lei è di nuovo a terra>.
Ero a terra, giù dalla scala della realizzazione e con troppi scalini davanti per raggiungere la mia ambizione.




Sedevo nel pianerottolo freddo e vuoto e mi accingevo a compilare quelle carte. 
Quelle che non mi avrebbero più nemmeno permesso di sedere sul pianerottolo.

Dinanzi a me solo uno straccio e un secchio.
Ma quando si è soli, emarginati ai ranghi più infimi, tutto può accendere un barlume di speranza.
Fu lì che decisi di rendere il mio pianerottolo solo mio, di dargli il mio profumo, di renderlo una dimora accogliente e su misura per me.
Sarei restata per sempre lì, sul pianerottolo come una portinaia, a salutare la gente che entrava per superarmi, per salire quelle scale.
Certo, queste "visite" improvvise e umilianti prima o poi mi avrebbero stufata, come del resto i rumori dei piani superiori, ma mi sarei consolata presto, non appena avrei capito che quelle visite e quei rumori sarebbero stati l'unico modo per non sentirmi sola.

Dopotutto anche lui, colui che mi ha sconfinata nel pianerottolo con le dimissioni, è solo, anche se al piano più alto. Talmente in alto che rischia una denuncia dagli angeli per intromissione in luogo privato e una denuncia dai piani inferiori, stanchi di udire i suoi movimenti.

Ma la scala non è abitata solo da noi, dai due estremi... ci sono anche loro, la maggioranza, coloro dei piani medi, quelli  che si accontentano, che non mirano al meglio, ma scansano il peggio.
Loro, le vie di mezzo, quelle che hanno bisogno di conformarsi ad un gruppo per sentirsi forti e sicuri...




<Allora? Le pare adesso il momento di sognare? Nella sua vita da fallita, da emarginata ne avrà di tempo per farlo...> mi scosse.

Lo guardai ancora intontita, porgendo le mie dimissioni.

<Emarginata? Emarginata da chi? Io da oggi vivo in una villa senza scale e coinquilini... voi continuate a contendervi quegli stupidi piani alti!> 



Lui restò con l'espressione dello smarrito, dell'emarginato, catapultato nella triste e tetra realtà: "Ha vinto lei."




MaLoRe

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